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Garibaldi e l’origine dell’ENPA



“Mio caro Riboli,

V’invio una lettera della Signora Winter.

Vi prego d’istituire tale Società annoverando la Signora come Presidente ed io come socio.

Vostro,

G. Garibaldi”


E’ il 1° Aprile del 1871 e grazie a questa lettera inviata da Giuseppe Garibaldi al dottor Timoteo Riboli nasce la Società Protettrice degli Animali, la prima del suo genere in Italia, allo scopo di tutelare dagli abusi gli animali da lavoro.

Nei 150 anni di Storia successivi questa società non ha fatto altro che elevarsi in dimensioni ed efficacia diventando quella che è oggi conosciuta come ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) la cui difesa è estesa ad ogni tipo di animale. Garibaldi scrisse questa lettera sulla spinta della contessa inglese Anna Winter, paladina dei diritti degli animali, con la quale ebbe una fitta corrispondenza e che nel rivoluzionario italiano trovò subito un sensibile alleato.

Nonostante infatti il passato da amante della caccia, Garibaldi giunse un giorno a un completo cambiamento nel suo rapporto con il mondo animale abbracciando anche il vegetarianesimo.


Noto è l’amore profondo che nutrì per la sua cavalla grigia Marsala, donatale dal marchese Sebastiano Giacalone Angileri dopo lo sbarco dei Mille nell’omonima città e sua compagna inseparabile durante l’Unità d’Italia, a cui concesse di vivere il resto dei suoi giorni libera nella tenuta del generale a Caprera assieme allo stuolo di animali di cui Garibaldi si circondò nel suo ritiro sull’isola (comprendente 150 mucche, 214 capre, 100 pecore, 25 capretti, 400 galline, 50 maiali, 60 asini e 2 tori).

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